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Resuscitare una chitarra – Parte I


20 Nov

Quello che voglio fare con questo progetto è qualcosa che è un po’ simbolico e un po’ didattico.

Simbolico perché questa è (o era 🙁 )la mia prima chitarra, che facendo due calcoli credo che sia stata acquistata circa 18 anni fa, perciò c’è un legame affettivo e ogni adesivo, lesione e (aberrante) riparazione racconta una storia. Sarebbe bello suonare quello che è allo stesso tempo la prima chitarra che ho acquistato e la prima che ho costruito 🙂

Didattico in quanto voglio sperimentare le tecniche di liuteria che ho imparato curiosando nei libri, forum e video sul web.

Nasce come una chitarra classica, ma il mio progetto prevede la commutazione in una acustica.

Ma iniziamo dalla descrizione dello stato attuale.

Chitarra

Il battipenna nero che vedete, è in realtà un “cerotto” che copre (malamente) una spaccatura sulla tavola armonica.

Battipenna

Il retro da qualche indizio sui miei gusti musicali adolescenziali e giovanili, ma sopratutto sulla grossolanità delle mie riparazioni.

Fondo

Ma quello che sembra senza speranza, è la paletta:

Paletta RetroPaletta Front

Fondo, piano armonico e tastiera sono di infima qualità oltre che mal ridotti. Insomma, quello che rimane sono il manico e le fasce (opportunamente sverniciati):

Fasce e manico

In effetti sarebbe meglio iniziare da zero,  però con qualcosa che sta a metà tra romanticismo e ostinazione inizio a progettare il mio lavoro.

Con i limiti che ha la conversione di una classica ad una acustica, mi sono ispirato a un template di una Gibson L 00 trovato in rete:

Gibson L 00

Vi sembra un disastro? Vi assicuro che è peggio 🙂 . Per motivi logistici procederò lentamente ma pubblicherò le evoluzioni di volta in volta.

Leggi la parte II

Anni 30 – Non un decennio, ma una generazione


16 Oct

Anni 30 nel sound, 30 anni nella semantica.

Questo brano riprende musicalmente il Delta Blues dei ’30.  In quegli anni, da rurale il blues  stava per diventare urbano e i vocalizzi melodici si fanno da parte per dare spazio alle parole ritmate, che con gli anni, andranno a finire nel RAP, altro genere di denuncia sociale ed emarginazione.

Proprio questa radice musicale, mi è sembrato particolarmente adatto l’accostamento della musica al testo.  Nel brano, in ogni strofa un trentenne si descrive, in un modo che sta a metà tra una scheda segnaletica e una biografia.

Non aggiungo altro. Buon ascolto.

(per ascoltare clicca qui)

Una semi-serenata


01 Jul

Dicevano i latini:

Excusatio non petita, accusatio manifesta

Uso questa locuzione per anticiparvi che so che il brano che sto per raccontarvi è “poco impegnato” per usare un eufemismo.

Tuttavia ho voluto pubblicarlo, in quanto mi è sembrato un brano simpatico, non tanto per la storia che racconta, ma per quella che non racconta. A volte le canzoni raccontano più di una storia, una è più o meno esplicita nelle parole del brano, altre sono di contorno e spesso non sono meno importanti. Ad esempio il contesto storico di un brano, il fatto che sia dedicato a qualcuno in un particolare momento, la fonte di ispirazione ecc.
La storia celata di questo brano, riguarda la sua nascita.

Semi serenata

Era una domenica mattina (credo) di un paio di anni fa. Piero, un mio Amico, mi venne a trovare a casa raccontandomi di aver conosciuto una ragazza di cui si era invaghito. Tra i particolari del suo racconto, mi narrò del regalo che le aveva fatto: una pianta. Era rimasto perplesso dalla discussione col fioraio. Nel momento di pagare, chiese al fioraio se fosse una pianta grassa, in quanto la destinataria del regalo aveva scarso pollice verde o poca voglia di innaffiarla. Il fioraio, lo liquidò con un:

“ehm… si… è una pianta semi-grassa”

Ragionammo sul prefisso “semi”, che si può affibbiare a qualunque cosa per dire tutto e il contrario di tutto. E’ un po’ come se gli avesse detto che era una pianta “diversamente grassa”.

A questo punto, mi convinse (o costrinse 🙂 ) a scrivere insieme una canzone “spiritosa” per potere conquistare la ragazza.
Devo ammettere che l’approccio è stato frettoloso/bislacco, tuttavia ho trovato il risultato simpatico, per entrambe le storie che racconta, e poi, per autocitarmi:

Bisogna prendersi poco sul serio per non sembrare ridicoli

Così decisi di inciderla, e insieme al mio amico Marco, che oltre a occuparsi dell’aspetto tecnico audio, ha suonato basso e percussioni. La sessione di incisione è stata lunga a causa dei suoi e miei molteplici impegni, ma questo è il risultato.

Buon ascolto.

PS: Quando abbiamo finito di eseguirla, si è definita: semi commossa 🙂

 

Costruire una Cigar Box Guitar – Parte V Montaggio, prova e conclusioni


13 Aug

Iniziamo ad aggiungere le decorazioni finali:  un po di nero nei bordi interni dell f  del corpo e  i dot nel manico:

Poi passiamo allo schema elettrico:

Inseriamo il piezo in un quadrato di cartone:

Aggiungiamo degli spinotti per rendere più agevole l’apertura dello sportellino:

E installiamo tutto l’impianto:

Dopo l’ultima passata di pasta abrasiva per dargli un effetto vintage,  assembliamo il resto:

Infine sentiamo come suona:

Conclusioni

L’esperienza è stata interessante e divertente. Consiglio a tutti di provare, ma con qualche accortezza che ho appreso con questa esperienza, o che questa esperienza ha confermato:

  • Non avere fretta e documentarsi bene. Questa guida che ho fatto è solo un’esperienza ma non è sufficiente.
  • La liuteria è un processo che si perfeziona di volta in volta, non esiste un’unica ricetta per la chitarra perfetta e ognuno può spaziare, sperimentare e migliorare.
  • Se si vuole verniciare la CGB, usare vernice nitro o poliuretanica. Ho voluto sperimentare gli smalti e ho capito perchè non vengono usati: sono brillanti, ma hanno alto rischio di colature e si asciugano lentissimamente rispetto alle nitro, ciò rende anche lento, faticoso e imperfetto correggere gli errori. Oltre a problemi di timbrica dello strumento.
  • Per il manico è meglio usare un legno più duro di un abete.
  • Bisogna cercare uno stucco del colore del legno o similare, piuttosto che un bianco come ho usato io, sopratutto nelle parti che bisogna lasciare trasparenti.

Il tempo di realizzazione (escludendo i tempi di asciugatura della vernice) sono stati di circa 6 giorni. Il settimo giorno mi sono riposato, come ha fatto uno famoso.. mi pare fosse Chuck Norris… :)

 

Parte IV

Costruire una Cigar Box Guitar – Parte IV La verniciatura


07 Aug

La verniciatura in generale, non è una pratica usuale per una CGB, visto che di solito si tratta di strumenti piuttosto rudimentali.

Ma ho già spiegato la filosofia di questa guida passo passo, cioè quella di creare un oggetto simpatico ma sopratutto di affrontare al costruzione di uno strumento da zero, per vedere accortezze e difficoltà.

Fermi tutti!

Verniciare? Non se ne parla neppure… C’è un passo importante che avevo trascurato. A questo punto tocca montare la chitarra e vedere se tutto funziona correttamente, perché una volta verniciata modificare il legno significa rifare tutto da capo.
Se solo l’avessi verniciata senza prima montarla, avrei fatto un bel complemento d’arredo, ma sicuramente qualcosa di insuonabile.
Difetti riscontrati da correggere:
  1. L’action era alta quanto il diametro di Giuliano Ferrara dopo il pranzo domenicale
  2. Le corde non aderivano al bloccacorde.
  3. Il capotasto era troppo inclinato.

Ho dovuto:

  1. Limare l’alloggio del ponte
  2. Rifare il bloccacorde da capo (meno male che mi era rimasto un pezzo dell’alimentatore per PC…)
  3. Limare la paletta.

In pratica un’altra giornata di lavoro.

Per quanto riguarda le corde, ho fatto due prove, la seconda con un esito decisamente migliore.

Considerando che la scala e il diapason sono più corti, e il fatto che si tratta di legni piuttosto morbidi, ho preso una muta di corde di bronzo 0.10.

Nel primo tentativo ho montato le corde dal Si al La ( 0.14, 0.23, 0.30, 0.39 ).

Ma le corde erano troppo tese e bastava tirarle un po’ perché si alzassero di mezzo tono, impossibili da suonare se non con lo slide, era sufficiente una nota suonata “non a vuoto” perché stonassero.

La seconda volta è andata meglio, ho provato ad aggiungere il cantino e a togliere il La (0.10, 0.14, 0.23, 0.30).

Adesso non ci sono stonature e le corde sono più morbide.

Mi sono limitato a rendere lo strumento settabile in un secondo momento e ho effettuato il grosso delle regolazioni.

Successivamente sono passato finalmente alla…

Verniciatura

Per prima cosa ho passato un turapori nitro con relativo diluente.

Gli effetti non sono visibili, ma vi assicuro che, una volta carteggiato, a tatto il segno sembra essere diventato marmo.

Dopo averla resa liscia con la carta vetrata, iniziamo a passare la prima mano di colore a spruzzo.

L’effetto che vorrei ottenere è il sunburst. Per fare questo mi servirebbero tre colori nitro. Tuttavia avendo già degli smalti a casa, ho preferito usare quelli, ho solo acquistato il trasparente nitro per la verniciatura finale.

Questi mi ha permesso di capire perché vengono usate le vernici nitro piuttosto che gli smalti comuni. Gli smalti sono brillanti, ma ci mettono troppo ad asciugare inoltre è più facile sbagliare. Ho voluto fare quello che tutti i liutai vietano per capire il perché la nitro (o anche la poliuretanica) è meglio dello smalto.

Ecco il risultato della prima mano di giallo ocra diluito:

Poi bordeaux diluito (il rosso scuro col giallo da un effetto arancione, un rosso chiaro avrebbe dato un colore simile al fuksia):

Dopo aver passato il nero:

Successivamente, dopo aver passato il trasparente (anche sulle parti precedentemente incartate, e cioè tastiera e ponte), lucidiamo tutto con la pasta abrasiva.
Nella prossima parte concludiamo con il montaggio e la prova.

Costruire una Cigar Box Guitar – Parte III Tasti e alloggi per le corde e altri particolari


04 Aug

 

I tasti

Dopo aver bagnato i tasti con la colla, li inseriamo con il martello di gomma. La scorsa volta avevamo già preparato gli alloggi per i frets, ma qualora servisse si possono ulteriormente allargare con la carta vetrata piegata.

Una volta asciutta la colla li tagliamo con le tenaglie e le arrotondiamo con una lima.

Il ponte

Ho usato un pezzo di legno un po’ più duro per fare il ponte e l’ho modellato perché vi entrasse il ponticello in plastica.

Successivamente l’ho incollato al corpo, analogamente come fatto per il manico:

Il bloccacorde

Per farlo ho usato il metallo ricavato da un alimentatore di un vecchio PC. Con lima, smeriglio e flex…

 

Dettagli vari

Infine qualche particolare.

I buchi per: il potenziometro, il jack, i reggifascia (una piastra di rinforzo per quella anteriore), e per le viti delle meccaniche:

 

 

 

Dopo aver messo eventualmente dello stucco per correggere le imperfezioni, possiamo scartavetrare bene e passare alla fase successiva: la verniciatura.

Parte II

Parte IV

Costruire una Cigar Box Guitar – Parte II Modellare il legno


01 Aug

Al precedente articolo, volevo solo aggiungere che siccome di articoli del genere ce ne sono parecchi, con questa serie volevo solo dare qualche spunto per un lavoro un po’ più grazioso rispetto a un (rispettabile) palo di scopa attaccato a una scatola di cartone (senza troppe pretese ovviamente).

Iniziamo disegnando le f sul corpo con la carta carbone. (Il template a misura è scaricabile qui).

Disegno

E disegniamo anche la sagoma del manico (cliccare sulla foto per ingrandire).

Matita

Per il manico conviene usare una sega circolare e una sega a nastro.

Per il corpo le f  vanno intagliate col seghetto alternativo (dopo aver fatto dei buchi con il trapano).

Il risultato dopo avere intagliato il tutto:

Iniziamo a rifinire il manico:

E una volta rifinito il manico con pialla e carta vetrata e smerigli vari, fatto i buchi per le chiavette cominciamo a vedere una forma.

Adesso viene una parte delicata: i tasti.

Per misurare la distanza precisa di ciascun tasto, esistono diversi metodi. Il più pratico è affidarsi a questo sito.

NDA: Questo sito non è più on line, perciò ho dovuto creare il seguente foglio di calcolo che ci aiuti in questo (serve Open Office ma chredo vada bene anche MS Excell):

Calcolo_Frets

Una volta determinata la distanza tracciamo delle linee a matita con lo squadro. Successivamente ripassiamo su quelle righe con lo squadro e il taglierino in modo da creare i solchi e facilitare l’uso del seghetto.

Successivamente, allarghiamo (qualora servisse) gli intagli con la carta vetrata:

A questo punto possiamo incollare il manico al corpo ed eventualmente mettere dello stucco dove serve:

Una volta eseguite le ultime rifiniture, passeremo alla verniciatura, che sarà un processo più lungo di quello che si possa pensare 🙂

Parte I

Parte III

Costruire una Cigar Box Guitar – Parte I introduzione.


31 Jul

Una cigar box guitar è uno strumento povero, costruito e usato dai braccianti agricoli degli stati meridionali degli USA. Non mi dilungo nella descrizione dello strumento in quanto l’articolo su wikipedia (che ltra l’altro ho scritto io 🙂 ) dice quanto basta per capire di cosa parliamo.

Esistono on line diversi tutorial, o video tutorial. Quello in cui differisce questa guida a puntate, è quella di costruire un oggetto che diversamente dagli altri ha una cura maggiore dei dettagli. Questo snatura un po’ lo strumento che nasce come un qualcosa di rudimentale e approssimativo, ma oltre a costituire un hobby divertente, l’effetto che vorrei avere è quello che si ha nel vedere un Ape Piaggio con l’alettone e i cerchi in lega, cioè qualcosa di molto curiosamente “barocco” e simpatico, che unisca tradizione a liuteria moderna.

 

Box and neck

La lista della spesa

Proprio per la natura del progetto, la spesa non è stata esigua come in altri tutorial.

Vediamo in figura componenti necessari alla costruzione:

1 – Scatola di sigari – € 10

Facilmente reperibile su ebay. Io personalmente ho usato una scatola da kit da cucito, ma che sembra proprio una scatola di sigari. E’ di legno grezzo e l’ho comprata in un emporio di cinesi.

2 – Manico – € 3 circa

Si tratta di una traversina di abete di circa 75 cm acquistabile facilmente in un qualsiasi magazzino di legnami.

3 – Ponte corde – € 0

Si tratta di una placca di metallo recuperata da un vecchio alimentatore per PC.

4 – Tasti – € 11

Basta cercare guitar frets su ebay.

5 – Chiavette – € 45 (‘cciloro!)

Purtroppo bisogna comprarne una intera serie di 6, e quelle di scarsa qualità (economiche) non si trovano facilmente.

Se se ne ha la possibilità è meglio recuperarle da qualche chitarra rottamata.

6 – Capotasto – € 1

Ho preso un capotasto per Ukulele.

7 – Ponte  – € 1

Un seplice ponte da a acustica.

8 – Ingresso jack – € 1

9 – Potenziomentro e manopola – € 3

Entrambi questi ultimi due componenti si trovano nei negozi di strumenti musicali più forniti.

10 – Piezo elettrico – € 1

Si trova nei negozi di componenti elettrici.

 

Colle e vernici

 

In questa fase andrò un po’ a risparmio. Ho già una vasta gamma di colori a disposizione e comprarne delle latte intere per usarne così poco è uno spreco.
Sarebbe bene usare vernici di tipo nitro, ma userò dello smalto comune e del trasparente per imbarcazioni.
Riassumendo:
1 – Colla da liuteria (o restauro mobili) 13 € circa.
2 –  Tura pori o fondo per legno
3 – Smalti di vari colori

 

Utensili

Cerco di usare utensili da falegname senza utilizare attrezzi specifici da liuteria.

L’elenco è poco utile e interminabile perciò mi limito ad alcune cose davvero importanti (che però non tutti hanno).

Trapano a colonna, seghetto alternativo, sega a nastro ed eventualmente un compressore per la verniciatura.

Gli strumenti possono non essere indispensabili, ma devono essere compensati da pazienza e manualità.

 

Nella prossima puntata iniziamo 🙂

Parte II

 

 

About Q di Picche


08 Feb

Il singolo che vi presento qui è Q di picche. Lo trovo un esperimento per certi versi audace. Infatti, a livello di arrangiamento è piuttosto rock, ma il testo è molto cantautorale. L’audacia sta nel fatto che solitamente i brani Stregarock sono brevi e immediati, quando sono troppo lunghi stancano… Il genere dei cantautori invece, ha solitamente un testo più accurato e più lungo.

Il brano narra la storia di due donne vissute in epoche differenti. La prima visse nel medioevo e fu emarginata in quanto accusata di stregoneria. La seconda vive nel nostro presente ed è una prostituta (o presunta tale).

A spezzare le due storie una voce narrante (di Giulia Schietroma) descrive brevemente i due contesti.

Il testo mette in evidenza le similutidini tra le due donne. Il suo scopo, è spingere alla riflessione sul fatto che spesso condanniamo il passato senza renderci conto di ripetere l’errore nel peresente. Il tema dell’emarginazione da chi ha atteggiamenti non conformi alla propria comunità, è abbastanza chiaro.

La donna di picche rappresenta perciò una metafora. Infatti le due donne capovolte sembrano diverse a prima vista, ma poi ci si accorge che sono uguali, e che a farle sembrare diverse e solo il fatto che sono asimmetriche. Anche il seme della carta non è scelto a caso, ma ho scelto quello meno nobile.

Come in altri brani, anche in questo, mela canto e me la suono, nel senso che sono miei gli arrangiamenti e sono io a suonare gli strumenti.

Buon Ascolto.

Il Falegname, storia e curiosità…


24 Jan

Finalmente, dopo aver illustrato i brani del mio vecchio gruppo i Dustland, inizio ad illustrare i miei pezzi da solista. In particolare il brano che andrò a presentarvi mi vede particolarmente solista, in quanto sono solo io a suonare tutti gli strumeti (chitarra acustica e solista, armonica, voce e percussioni – quando si dice: io me la canto e io me la suono…).

Il singolo di cui stiamo parlando, (denominato più unico che singolo in quanto è il primo di mia pubblicazione senza un gruppo a supporto) è appunto il Falegname. Testo e Musica sono di Giovanni Torrisi.

Il Falegname

Giovanni, usava allietare le nolstre feste e ricorrenze varie con i suoi pezzi, e ogni qualvolta c’era un nuovo ospite che non li aveva ancora sentiti, gli toccava sorbirsi l’intero repertorio. I toni dei suoi brani sono a volte estremamente seri, altre volte sono ironici al limite del demenziale. Il falegname  è il pezzo che ho sempre preferito, tanto che ho deciso di curarne l’arrangiamento e inciderlo.

Si tratta di una ballata in stile deanreiano ispirata (a detta dell’autore) ad una antica storia marinara. Il testo è provocatoriamente cruento, in pieno contrasto con la dolcezza e pacatezza della musica, quasi a voler rappresentare un ossimoro musicale. Tratta di una storia di estrema miseria e disperazione, nella quale i protagonisti, pur di sopravvivere, danno luogo ad atti di inimmaginabile e macabra, durezza.

Non è un testo che ha bisogno di parafrasi, perciò non anticipo niente a chi non lo ha ancora ascoltato. Buon ascolto.

Umili Liriche

musica, appunti e riflessioni sull'universo conosciuto